venerdì 31 dicembre 2010

IL PANETTONE DELLA SOCIA

ANZI NO, DI ADRIANO!

il panettone della socia

Riemergo per un momento dal mio bozzolo ovattato di serie tv e libri per farvi gli auguri, ho saltato quelli di Natale causa temporaneo ottenebramento delle mie facoltà fisiche…giuro, sono arrivata al 25 dicembre stremata. Niente bilanci dell’anno che è passato, niente liste di buoni propositi che non manterrò, niente desideri che so irrealizzabili, ma solo l’augurio che il 2011 possa essere un anno se non felice almeno migliore del 2010.

Per festeggiare vi lascio con le immagini della mia creatura natalizia, di cui vado molto fiera, niente biscottini, cremine golose o barattolini, quest’anno mi sono dedicata solo a lui, un meraviglioso panettone che mi ha soddisfatto in pieno, morbido e profumatissimo. Una faticaccia immane anche con la planetaria (se qualche pazzo fra di voi è riuscito a produrlo impastando a mano, tanto di cappello, mi prostro adorante a suoi piedi), quasi temevo che il mio prezioso Kitchenaid ci lasciasse le penne!. La ricetta è ovviamente di Adriano, seguita alla lettera (raccomando di portare pazienza ma leggetevi anche i commenti), tranne per l’uvetta che ho diminuito perché in famiglia non siamo particolarmente amanti, sono riuscita a portare il burro a 400 gr invece di 350 e mi riprometto pure di fare la versione più ricca l’anno prossimo!. Unico lato negativo: al momento di inserire il burro nel 4° impasto ho dovuto spezzarlo in due parti perché la ciotola del KA è troppo piccola e l’impasto si avvolgeva oltre il gancio inglobando il supporto modello blob… quindi doppia fatica e impastamento finale con uvetta e canditi (sì anche quelli home made) a mano per amalgamare i due impasti. Senza contare la mezzora di pulizia finale per togliere i pezzi di pasta infilati in ogni anfratto possibile della planetaria. Tanto che alla fine mi sono chiesta ma chi me l’ha fatto fare??..il problema è che sapevo già la risposta!!

Forse ho esagerato un po’ con il quadro apocalittico, in realtà il panettone è fattibilissimo, ci vuole solo un po’ di attenzione, tanta pazienza e non solo per le 10 ore di lievitazione finale (guarderete gli stampi del panettone in lievitazione nel forno a 30° con più intensità del vostro film preferito sul megaschermo), una buona dose di passione e un weekend libero!

il panettone della socia

Un brindisi virtuale a tutti quelli che continuano a passare da queste parti, a quelli arriveranno, a chi non passerà più…un grosso abbraccio!

martedì 21 dicembre 2010

FRANGIPANE SPEZIATO ALL'OLIO

crostatine frutti di bosco con frangipane saraceno speziato all'olio extravergine

Sabato il mio blog ha compiuto due anni di vita. Non mi ero dimenticata, ne ero ben cosciente, ma ero presa da impastamenti impegnativi e con la testa persa altrove. Confesso che ho persino pensato di lasciarlo passare in sordina, saltare tutti i festeggiamenti e passare direttamente alla befana con questa ricetta (sono tre settimane che tento di finire il post)......è stato un secondo anno strano questo per la cucina della socia e non ero sicura di volerlo festeggiare ma qualcuno di mia conoscenza mi ha detto una cosa che mi fatto pensare, in un momento di crisi mistico-lavorativa:

beh tu hai aperto un blog!

Sul momento l’ho presa come una scusa per confortarmi, tanto non serve a nessuno ..però poi ripensandoci mi sono detta che, sì non servirà a niente e nessuno, ma l’ho creato io, da sola, dal nulla e continuo a ricrearlo ogni giorno anche se non posto e questo non è proprio niente. Un piccolo augurio di Blogcompleanno se lo merita pure la mia creatura. (postilla: credo che se continuo così quando compirò quarantanni nel 2011 avrò già ampiamente sfangato la classica crisi degli ‘anta della serie: non ho combinato niente nella mia vita)

Per fortuna avevo pronte queste tortine giuste giuste x festeggiare, immaginatele con le candeline sopra., quindi vi lascio con il post che era già praticamente pronto perchè anche se non sembra la socia continua a imperversare in cucina!

La mia cronica tendenza alla letargia invernale sta lasciando i suoi effetti nefasti anche sul blog, probabilmente in una vita precedente ero un orso o altro simpatico animale che al reintegro dell’ora solare si rifugiava nella sua tana fino a primavera. Che poi a ripensarci non è che me ne stia con le mani in mano, anzi la settimana è il solito delirio ma nel weekend crollo in stato catatonico, se questo è l’andazzo dopo il delirio prenatalizio non oso pensare in cosa mi trasformerò durante le vacanze (ammesso e concesso che me le lascino fare).....

Ovviamente la ricetta è fuori tempo massimo, giusto per non smentirmi sennò poi vi preoccupate, perché sì, quei fruttini colorati che vedete nella foto sono proprio lamponi e more e che non vi venga in mente di dirmi che li trovate al supermercato perché vi bacchetto subito!! Quindi le soluzioni sono due, o tenete la ricetta in serbo per il 2011 oppure, molto più saggiamente, usate le pere o le mele di stagione e andate via tranquilli, anche perché il profumo delle spezie è proprio in tema per oggi che è il primo giorno d’inverno!

Il mio primo impatto con il frangipane non è stato molto felice, la ricetta che ho usato non era equilibrata e sicuramente troppo burrosa per i miei gusti, ma l’idea di riprovarci, magari con l’olio, mi è sempre rimasta in testa. Finché un giorno non ho visto queste crostatine e ho subito deciso che con le giuste proporzioni e una sbirciatina al libro di Montersino avrei ottenuto il risultato che volevo. Nel frattempo studiando i meravigliosi libri francesi di pasticceria acquistati con la consulenza di Edda ho pure scoperto che la crema frangipane come la intendiamo noi è in realtà la base mandorlata da miscelare alla crema pasticcera per ottenere il vero frangipane!

Ovviamente non potevo accontentarmi di fare la versione all’olio, mi sono sentita in dovere di personalizzarla, di dargli quel tocco rustico che amo particolarmente nei dolci. E le spezie? …avevo già deciso tutto, farine, frutti, olio, poi la sera prima di cucinare mi è venuta l’illuminazione mentre mi spalmavo una crema per le articolazioni che profuma intensamente di cannella e zenzero……se ci penso mi sbatto per terra dal ridere ancora adesso!!

CROSTATINE CON FRANGIPANE SPEZIATO SARACENO AI FRUTTI DI BOSCO

crostatine frutti di bosco con frangipane saraceno speziato all'olio extravergine

Ingredienti per circa 4 crostatine da 10 cm di diametro:

pasta frolla

200 gr di farina 00

100 gr di burro

65 gr di zucchero di canna grezzo chiaro

1 uovo

1 pizzico di sale

rum qb

crema frangipane

30 gr di farina di grano saraceno fine

60 gr di mandorle con la pelle macinate finemente

60 gr di zucchero di canna mascobado macinato

20 gr di olio extravergine delicato

20 gr di olio di mandorle*

1 uovo

1 cucchiaino di cannella in polvere

½ cucchiaino di zenzero in polvere

¼ cucchiaino di chiodi di garofano macinati

1 punta di lievito naturale (cremor tartaro già addizionato di bicarbonato)

lamponi e more per guarnire

Impastate la frolla con il procedimento che preferite, io impasto sbriciolando velocemente farina sale e burro, poi aggiungo lo zucchero, infine il tuorlo ed eventualmente un goccio di rum per amalgamare. Formate una palla, coprite con pellicola e ponete in frigo per almeno mezzora.

Per il frangipane all’olio: in una terrina montate l’uovo con lo zucchero finche non sarà gonfio e spumoso, unite la mandorle, la farina setacciata con il lievito e le spezie mescolando delicatamente. Infine aggiungete gli oli a filo mescolando fino a completo assorbimento, risulterà un composto consistente ma spumoso.

Stendete la frolla abbastanza spessa e rivestite 4 stampini tondi precedentemente imburrati e infarinati. Disponete i frutti bosco nelle crostatine, mettendo una mora al centro e i lamponi a raggiera, circa 8 per ognuna. Per ultima distribuite la crema frangipane nei gusci, versandola poco per volta con un cucchiaio fino a coprire i frutti di bosco, ma senza esagerare perchè si gonfierà in cottura. Infornare a 180° per circa 25-35 minuti.

*io l’ho messo perché l’avevo in casa ma visto il costo potete tranquillamente sostituirlo con quello d’oliva.

sabato 16 ottobre 2010

WORLD BREAD DAY 2010


WORLD BREAD DAY 2010

Quest’anno sono arrivata preparatissima, tanto preparata che ovviamente ho infornato questo pane giovedì notte, addirittura un giorno prima dell’evento! Sapevo che forma avrebbe avuto e che ci sarebbero state le noci, in pieno autunno non potevano mancare. Ma da qui a decidere quale farina usare e come caratterizzarlo è stata lunga!(ho già all’attivo 2 focacce con le noci non vorrei essere troppo ripetitiva) Poi è arrivata l’illuminazione del limone e ho provato in modo del tutto empirico, sul web non trovavo nulla in versione salata, ma per fortuna è andata benissimo! Confesso che temevo un poco l’assaggio e invece mi ha sorpreso e conquistato!

Le “cavie” a cui l’ho portato ieri sera a cena hanno avuto tutte la stessa impressione: di sentire un sapore che DOVREBBE essere dolce ma che si trasforma in salato…un pane che fonde e confonde i sapori? Testato e approvato in accompagnamento a pecorino stagionato, da sperimentare con prosciutto crudo e per chi ama il genere con marmellata.

Un ringraziamento speciale a Zorra, la creatrice di questo evento, con il pensiero di tante blogger che panificano in contemporanea mondiale. Ora vi lascio alla ricetta e vado a immergermi nell’INVASIONE DEGLI ULTRAPANI! (cito testualmente il marito, che così si è espresso in merito)

World Bread Day 2010 (submission date October 16)

CORONA DI SPIRALI ALLE NOCI E LIMONE

WORLD BREAD DAY 2010

Ingredienti

Poolish:

300 gr farina di kamut

300 gr acqua

2 gr lievito di birra fresco

Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida, versate in una ciotola e unite la farina poco alla volta. Impastate velocemente con le mani o con un cucchiaio di legno, quindi coprite con pellicola o meglio ancora un telo umido. Lasciate lievitare per circa 6 ore a temperatura ambiente, 19° circa.

Impasto:

Tutto il poolish

240 g acqua circa

10 g lievito di birra fresco

1 cucchiaino di malto di riso

500 gr di farina di kamut (io 320 gr di kamut e 180 di farina 0 perché avevo finito il kamut)

Scorza grattugiata di tre limoni bio

1 cucchiaio raso di alloro secco tritato il più finemente possibile

16 g di sale

140 gr noci tritate non troppo fini

50 gr di burro morbido (ricordatevi di toglierlo dal frigo almeno una mezzora prima)

Burro fuso per spennellare

Mescolate la farina con l’alloro e la scorza di limone per assorbire la parte umida. Quando il poolish è pronto, versatelo nella planetaria, unite il lievito sciolto nell’acqua tiepida e il malto. Azionate al minimo per amalgamare, alzate a velocità 2 e cominciate a versare il mix di farina a cucchiaiate, aggiungete poi il sale, quindi le noci e, quando inizia a incordare, unite il burro morbido pezzetti. Continuate a impastare con la planetaria per 8-10 minuti, girando l’impasto almeno una volta. L’impasto sarà abbastanza umido ma lavorabile. Lasciate riposare 30 minuti in una ciotola unta di olio e coperta da un telo umido. Nel frattempo ungete di burro uno stampo da ciambella e fate sciogliere poco burro a bagnomaria. Prelevate l’impasto con le mani unte d’olio e lavoratelo arrotolandolo come per formare un pane, allungatelo cercando di formare un rettangolo. Posatelo su un piano spolverato con farina di mais (oppure semola) allargando con molta delicatezza, quindi stendetelo con il mattarello a formare un rettangolo alto un dito, cercando di non schiacciarlo troppo. Spennellate con il burro fuso e una spolverata leggera di fior di sale e pepe. Arrotolate a salsicciotto nel senso del lato lungo, pizzicate leggermente i lembi, quindi dividetelo in 9 tronchetti e sistemateli uno accanto all’altro in teglia da ciambella da 28cm di diametro. Coprite e lasciate lievitare in un luogo tiepido per circa 2 ore. Spennellate ancora con burro fuso e infornate a 250° per circa 15 min. Abbassate a 220°. Cuocete ancora per 15 min quindi estraete delicatamente la corona dallo stampo, riposizionatela direttamente sulla griglia del forno e cuocete ancora per 10 min, gli ultimi 5 in modalità ventilato.


WORLD BREAD DAY 2010

lunedì 11 ottobre 2010

IL PRIMO CAKE AUTUNNALE DEL 2010

cake autunnale

Come state passando il vostro inizio di settimana?Volete una ricetta infallibile per superarlo indenni? Passate una giornata con le vostre persone speciali: io sono ancora carica di energia dal fine settimana, nonostante il clima da lunedì mattina…. Sabato ho passato una bellissima giornata in giro per la mia città con queste due meraviglie, chiacchierando senza sosta tutto il tempo..ok lo confesso non ci siamo potute trattenere dal comprare qualcosina nel negozio di cioccolato: potevamo lasciarci sfuggire i mitici cremini al fleur de sel di Gobino?peccato che sia finita troppo presto, mi consolo sapendo che Valentina non è poi così lontana, Katia abita nella mia città e potremo rivederci presto! (mannaggia a voi 2 prossime compagne di banco…)

Ora, con assoluta nonchalance passo a un cake ripieno di frutti e profumi autunnali, senza scompormi minimamente se arriva subito dopo una ricetta carica di sapori tipicamente estivi. E non provate a redarguirmi, per una volta che sono nella stagione giusta… (vedi torte di arance in aprile, fave in piena estate e appunto pomodori in autunno.)

La ricetta nasce un sabato mattina in orario imprecisato, appena svegliata mentre mi aggiro in cucina in attesa della pozione magica (aka tazza fumante di te) rimembro l’acquisto altoatesino di alcuni sacchettini di cranberries bio (sì, volevo svaligiare il negozio). Il tempo di scovarli sepolti nel cesto della frutta secca e mi sono ritrovata a fare un dolce senza pensarci troppo per una volta! Praticamente un pound cake alleggerito di burro e zucchero (ma nulla vi vieta di usare le proporzioni classiche) e arricchito di tutto quello che in casa mi ricordava l’autunno.

CAKE AL KAMUT CON CRANBERRIES, UVETTA, MANDORLE E RUM

cake autunnale

Ingredienti (tra parentesi le dosi originali per il pound cake):

120 gr di farina di Kamut

80 gr di farina 00

2 cucchiaini di cannella in polvere

1 punta di chiodi di garofano in polvere

Scorza di un limone

150 gr burro morbido (200 gr)

70 gr zucchero mascobado, meglio se polverizzato nel macina caffè (90 gr)

80 gr miele di limone (110 gr)

3 uova (4 uova)

5 cucchiai di rum

70 gr di uvetta

50 gr di cranberries essiccati

70 gr mandorle pelate

Latte qb (un paio di cucchiai circa)

½ bustina di lievito naturale (cremor tartaro addizionato con bicarbonato)

Premessa: non amo la consistenza dell’uvetta ammollata, quindi la utilizzo così com’è, ovviamente se preferite siete liberi di farla gonfiare nel rum.

In una ciotola setacciate le due farine, la cannella, i chiodi di garofano e la scorza del limone grattugiata. Con un cucchiaio di legno o meglio con le fruste elettriche montate a crema il burro morbido a cubetti con il mascobado, quando è ben spumoso, aggiungete il miele e quando è completamente amalgamato unite le uova, una alla volta, aspettando che la prima sia completamente incorporata prima di aggiungere l’altra. Versate il rum a filo, sempre mescolando. A questo punto lasciate le fruste elettriche e lavorate a mano: tritate molto grossolanamente i cranberries se sono molto grossi, sfilettate le mandorle (l’idea era di usarle a lamelle, ma biologiche non le trovo, costano moltissimo e si conservano poco per cui ho fatto a mano), unitele all’uvetta e infarinatele leggermente prima di versarle nel composto, mescolando con un cucchiaio. Versate il mix di farine a pioggia in 3 volte, aggiungete il lievito setacciato nell’ultima parte e se il composto risultasse troppo compatto unite qualche cucchiaio di latte (non troppo eh, non deve fare il nastro, deve essere morbido ma consistente). Versate in uno stampo da plumcake precedentemente imburrato e infarinato, infornate a 170-180° per circa 40 minuti (io ho esagerato con il latte per cui è rimasto in forno per più di un’ora, nel caso capitasse anche voi dopo 40 min coprite con un foglio di alluminio per non farlo scurire troppo). Assaporate il profumo di rum che si sprigiona in cottura, ma aspettate e lasciate raffreddare prima di tagliarlo, golosoni!

cake autunnale

martedì 5 ottobre 2010

PLUMCAKES AL POMODORO FRESCO E RICOTTA

plumcakes pomodoro fresco e ricotta

Scrivo immersa nel buio totale, sembrano le sette di sera e invece è ora di pranzo, l’acqua scende a secchiate, i miei capelli hanno assorbito tutta l’umidità possibile assumendo sembianze inquietanti, ci manca solo che mi avvolga nel piumotto e siamo direttamente in inverno. Speravo in un autunno caldo e soleggiato come spesso accade in ottobre ma quest’anno pare che siamo partiti con il piede sbagliato! Ovviamente vado controcorrente e al posto di un bel piatto di tagliatelle ai porcini, arrivo io con una ricetta dai profumi ancora estivi! Non so voi ma io nel frigo un po’ di solanacee estive ne ho ancora, come gli ultimi pomodori dell’orto dei miei, alcuni troppo maturi, altri segnati, altri addirittura metà verdi ma comunque ancora tutti buoni e profumati!

Quindi se come me avete nostalgia di caldo e sole vi consiglio di provare questi cake, facili facili, oserei addirittura definirli light, senza uova e latticini nell’impasto, se non fosse per la ricotta sarebbero vegani!

Nel caso non trovaste più pomodori decenti, potete sostituirli con i pelati o una passata di pomodoro di ottima qualità.

PLUMCAKES AL POMODORO FRESCO E RICOTTA

plumcakes pomodoro fresco e ricotta

Ingredienti (dosi per 8 stampini da plumcake):

200 gr di pomodori freschi da sugo al netto degli scarti

50 gr di olio extravergine marchigiano

100 gr di farina 0

100 gr di farina di farro 0

1 cucchiaio di origano secco sbriciolato

12 gr di lievito naturale (cremor tartaro già addizionato di bicarbonato)

Sale

100 gr di ricotta di mucca asciutta o di pecora

Sbucciate i pomodori, eliminate i semini e le eventuali parti verdi e dure, tagliateli a pezzetti e versateli nel bicchiere del frullatore a immersione, o in altro contenitore dai bordi alti, insieme all’olio extravergine e il sale. Frullate bene fino a ridurre in crema, assaggiate per regolare di sale, unite l’origano ben sbriciolato e versate in una ciotola. Setacciate le due farine con il lievito, quindi aggiungetele al pomodoro poche cucchiaiate alla volta, mescolando delicatamente fino a completo assorbimento delle farine. Distribuite il composto negli stampini precedentemente oleati (o imburrati) e infarinati, livellate il composto e con l’aiuto di un cucchiaino inserite qualche mucchietto di ricotta sulla superficie, premendo leggermente ma senza immergerla completamente. Per facilitare l’operazione è preferibile usare una ricotta asciutta e compatta, se volete andare sul sicuro scegliete quella di pecora. Infornate a 170/180° per circa 20 minuti, prova stecchino. I plumcake restano appena appena umidini e molto soffici, durano al massimo un paio di giorni.

plumcakes pomodoro fresco e ricotta

lunedì 20 settembre 2010

LA NON TORTA DI COMPLEANNO e....

torta bassa di mirtilli

Avvertenze per l’uso: questo post è sfasato sia temporalmente sia culinariamente…

Ma un post normale al posto giusto e nel momento giusto no? Ebbene, avrei dovuto pubblicarlo esattamente una settimana fa per festeggiare il mio 39simo (aargh!!) compleanno e invece non solo arrivo oggi causa problemi di rete e annessi ritardi, ma non paga, manco una delle due torte di compleanno che ho cucinato mi sogno di pubblicare! Arriveranno anche loro, ma la prima era un esperimento, ben riuscito ma da perfezionare (nel senso che non era esattamente il sapore e la consistenza che avevo in mente), la seconda è sparita direttamente nelle pance dei mie colleghi prima di poter posare per un servizio fotografico.

Finalmente connessa con internet (sul mio cervello non posso confermare), non sono in grado di garantire fino a quando; pare infatti che stia manifestando seri sintomi da "Agata e la tempesta"…nell’ordine nell’ultimo mese i miei superpoteri si sono manifestati così:

- Acquisto l’agognato hard disk multimediale che dovrebbe leggere qualsiasi file esistente, lo monto lo installo carico qualche file e …niente! Al momento del play, schermo nero. Riprovo più volte lanciando insulti nell’etere ma niente da fare, riporto l’oggetto in negozio per sostituirlo e mi parte un ora tra aspettare che il commesso si liberi, faccia le prove e collaudi il pezzo sostitutivo.

- Passo un intero weekend con il salvavita che salta in media 4-5 volte al giorno per motivi inspiegabili (ndr: l’impianto risale a 5 anni fa, è perfettamente a norma, tarato per funzionare con tutti gli elettrodomestici accesi); il lunedì (perché ovviamente queste cose accadono di sabato e domenica) scopro che il falegname nel montare le mensole in cucina ha beccato con precisione millimetrica il filo elettrico bianco che collega tutta la casa.

- Il pc non si connette più a internet, indagando si scopre che non è la linea non è il modem ma la scheda di rete è defunta e ovviamente devo aspettare una settimana prima che il tecnico possa intervenire…

- In ufficio improvvisamente lo schermo del computer del capo impazzisce senza che nessuno l’abbia toccato. Io sono nell’ufficio confinante e inizio a preoccuparmi..

- La tv in soggiorno dopo quasi undici anni di onorato servizio, inizia a mostrare sintomi di psichedelica acuta, virando dal verde salvia al rosa baby, passando al viola, all'arancio finché sabato diventa prima verde fosforescente e quindi fucsia acceso, tipo che se fissi lo schermo per più di due minuti, cadi in trance e hai le visioni. Ora al suo posto campeggia un 40” led, ma il mio conto banca è notevolmente alleggerito (addio stivali nuovi) e sinceramente io procedevo tranquilla con il tubo catodico ancora per un po’.

Sconsiglio vivamente di passare a Piacenza con marchingegni tecnologici. (Valentina sei avvertita!)

Comunque una torta c’è, cucinata anche questa a ripetizione causa acquisto compulsivo di enormi quantità di mirtilli e sparizioni “inspiegabili” della torta. Ricetta cercata da tempi immemori, sul ricordo di un dolce di mirtilli basso ma non focaccioso e trovata qui. Tradotta a braccio, soprattutto nelle dosi (io questa cosa inglese delle unità di misura diverse la devo ancora capire, forse perché con i cup ci litigo ancora), perplessa dalla consistenza a crudo, aggiustata un pochino nelle dosi e nei profumi (nell’originale c’è la cannella), si è scoperta essere meravigliosa, morbida e profumatissima..penso tuttora a come potrebbe diventare usando la panna! Chi vuole provare?

TORTA MORBIDISSIMA AI MIRTILLI E VANIGLIA

torta bassa di mirtilli

Ingredienti:

240 ml di latte parzialmente scremato

1 bacca di vaniglia

180 gr di burro morbido

120 gr di zucchero grezzo di canna chiaro

60 gr di mascobado

3 uova

200 gr di farina 00

40 gr di amido di mais

1 bustina di cremor tartaro

Scorza di un limone

3 cestini di mirtilli freschi (375 gr)

1 cucchiaio di zucchero grezzo di canna chiaro

Incidete la bacca di vaniglia, estraete i semini e lasciate in infusione il tutto nel latte caldo. Mentre s’intiepidisce montate il burro morbido (non fuso) con gli zuccheri finché diventa gonfio e spumoso (se non avete il braccio bionico consiglio vivamente le fruste elettriche), quindi aggiungete un uovo alla volta, mescolando con le fruste, unendo l’altro solo quando il primo è ben amalgamato. In una terrina mescolate la farina, l’amido di mais, il lievito setacciati e la scorza di limone. Incorporate prima parte del latte (dal quale avrete eliminato la bacca) al composto burro-zucchero-uova, alternandolo al mix di farine e lievito, mescolando delicatamente. Versate il composto in uno stampo basso rettangolare da 34x27cm precedentemente imburrato e infarinato. Cospargete uniformemente la superficie con circa la metà dei mirtilli, che affonderanno in cottura. Infornate a 180° per circa 12 minuti, estraete e distribuite sulla torta i mirtilli restanti mescolati al cucchiaio di zucchero, reinfornate e cuocete per circa 30-35 minuti. Lasciate raffreddare, tagliate a quadrotti e servite. L’impasto è abbastanza liquido quindi tende ad attaccarsi un pochino sul fondo che rimane umidiccio, di solito uso una spatola per servirla per evitare che sformandola intera si rompa, rimanendo molto morbida e bassa.

torta bassa di mirtilli

martedì 7 settembre 2010

TEMPISMO PERFETTO?

pasta fredda zucchine

In senso ironico ovviamente…mentre scrivo c’è un cielo grigio e buio che manco a novembre…ma io sono sempre fuori tempo e vi propongo una pasta, fredda of course!

Oggi mi sono arresa alla scarpa chiusa (io e le mie irrinunciabili infradito, se non rischiassi il congelamento le metterei pure d’inverno), munita di trench e armata di ombrellino tattico, sono uscita a sfidare l’aria gelida e addirittura pare che domani dovremo andare a lavorare pagaiando…

In effetti, ormai è più tempo di zucche che di zucchine…ma io non sono ancora dell’umore per zuppe calde e cibi autunnali, ho una gran voglia di porcini e mirtilli sì, però sguazzo ancora con somma gioia in pomodori, melanzane e basilico e una pasta fredda me la mangio ancora volentieri magari per una bella cenetta per salutare l’estate con gli amici.

La ricetta in questione è lista d’attesa da un anno, temo fortemente che mi denunci per inadempienze contrattuali,quindi non avete scampo (e pensandoci bene volendo si potrebbe trasformare in un sughetto caldo con qualche piccolo barbatrucco)

INSALATA DI ORECCHIETTE ALLE ZUCCHINE E POMODORO AL PROFUMO DI ALICI


pasta fredda zucchine

Ingredienti (quantità rigorosamente a occhio):

orecchiette di semola (o altra pasta corta)

zucchine

pomodori maturi ma sodi

scamorza

pecorino romano

rosmarino

alici sottolio

olio extravergine d’oliva

sale e pepe nero

Lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela bene al dente e passatela sotto l’acqua fredda per fermare la cottura. Versatela in una zuppiera, condite con un giro d’olio e fate raffreddare. Nel frattempo tagliate la scamorza, il pecorino a romano e i pomodori a cubetti piccoli e tenete da parte. Tagliate a dadini molto piccoli anche le zucchine e fatele saltare a fuoco vivace in una padella unta d’olio, continuando a mescolare finché non sono cotte ma ancora croccanti. Tritate finemente le alici sgocciolate e il rosmarino. Unite i vari ingredienti nella zuppiera della pasta, mescolate delicatamente, regolate di sale e infine condite con un ottimo olio extravergine e pepe nero macinato sul momento. Lasciate riposare in frigorifero coperto da pellicola.

venerdì 3 settembre 2010

QUATTRO MESI

torta di ricotta

4 mesi? Veramente sono 4 mesi che non scrivo sul mio blog? Vi prego ditemi che ho viaggiato nel tempo e mi sono teletrasportata 4 mesi avanti x sbaglio…..perché no, non ho vinto al superenalotto e mi sono trasferita ai caraibi (credo che mi sarei accorta di essere improvvisamente multimilionaria..) e no, non sono stata rapita dagli alieni per vani e peraltro inspiegabili esperimenti sulla psiche delle foodblogger.. (sì, sto guardando troppi telefilm, lo confesso spudoratamente e ne vado fiera ..sono senza ritegno)
Qualcuno si è chiesto che fine avessi fatto o addirittura si è preoccupata della mia salute (mentale, suppongo) perseverando nella mia assenza dal web e forse qualcuno si è chiesto cosa stessi architettando (!) non che ci sia un motivo vero e proprio da spiegare: dopo un mese di maggio senza respiro mi sono ritrovata con pochi stimoli culinari e la mia atavica pigrizia ci ha messo lo zampino. Avete presente quando avete scritto e riscritto lo stesso post ma solo nella vostra testa e la sola idea di mettervi al computer e dargli una forma reale vi inorridiva? (odio scrivere con il computer, sarà che sono interdetta e pure lentissima ma necessiterei di connessione wi-fi dal mio cervello al computer con programmino autoscrivente post in omaggio…. (troppi telefilm si diceva?)
E infine ammettiamolo, tenere un blog di cucina quando si lavora a tempo pieno è un impegno, non solo per il tempo fisico e mentale di pensare, creare, fotografare e postare la ricetta ma anche tutto il suo contorno: passare weekend immersi nella consultazione di libri, le pause pranzo, le notti alla ricerca di ricette, idee e soprattutto seguire e commentare i nostri blog preferiti e possibilmente scovarne di nuovi e incantevoli per il sano gusto di complicarci la vita! Tutto meraviglioso e stimolante e adoro ancora farlo, amo stupirmi per le foto e le ricette dalle più semplici alle più strabilianti, amo la gioia che provo quando le mie blogger preferite pubblicano un nuovo post e questo credo che non cambierà mai, ma questo si traduce nel passare tutto il mio tempo libero o quasi a dedicarmi esclusivamente alla cucina. Forse l’entusiasmo iniziale è scemato un poco, è un mio difetto tuffarmi a capofitto modello full immersion nelle mie passioni e questa è una conseguenza inevitabile, la passione c’è e rimane ma in questi mesi ho ricominciato a dedicare tempo agli altri miei amori, come libri, film, telefilm (sorry), arredamento, colori, magari prima o poi riprenderò pure ferri e gomitoli!
..La socia ritorna, con calma, apporterà qualche piccolo cambiamento nel vestito, sicuramente posterà in modo incostante, leggerà i blog (e quando mai ha smesso di farlo?), magari commenterà saltuariamente e perderà tutti i contest possibili …..mi pigliate così come capita?
Mentre decidete cosa farne di questa pazza foodblogger inizio la nuova era con calma, con la ricetta che ho in mente di postare da 4 mesi: una torta semplice, facilissima che ho cucinato in modalità repeat, ribattezzata dal marito “la torta criminale” perché a suo dire per poterla cucinare sarebbe necessario il porto d’armi (!).
La ricetta originale la potete trovare qui e qui
TORTA DI RICOTTA CRIMINALE

torta di ricotta


Ingredienti*:
270 gr di ricotta di pecora
200 gr di zucchero di canna chiaro
Scorza grattugiata di un limone
3 uova
Succo di un limone
2 cucchiai di olio extravergine taggiasco (oppure 20 gr di burro fuso)
250 gr di farina 0
1 bustina (18gr) di cremor tartaro
Armatevi di fruste elettriche, prendete una ciotola dai bordi alti (altrimenti vi ritroverete la cucina tatuata) in cui metterete lo zucchero, la scorza di limone e la ricotta setacciata o lavorata con un cucchiaio. Montate con le fruste a velocità media e continuate finché il composto da bricioloso diventerà una crema. Aggiungete un uovo alla volta sempre amalgamando bene con le fruste, unite il succo di limone e infine l’olio. Quando quest’ultimo è ben incorporato eliminate le fruste, brandite un cucchiaio e iniziate ad amalgamare la farina e il lievito setacciati, lavorando il meno possibile come per i muffin. Versate il composto in una teglia diametro 24 precedentemente imburrata e infarinata. Infornate a 180° per 30 min, abbassate a 160° e cuocete per altri 10 minuti. Alla prova stecchino la torta risulta leggermente umida.
E poi ditemi se questa meraviglia non ha un sapore di qualcosa di conosciuto anche se è la prima volta che l’assaggiate!
Note: * le dosi che riporto sono quelle della mia versione preferita, nulla vieta (sperimentato realmente, fidatevi) di usare ricotta di capra, di mucca o addirittura quella addizionata con panna, di usare un uovo in meno se vi siete dimenticate di comprarle, di omettere la parte grassa perché vi siete distratte un attimo, di dimezzare il succo di limone o di arricchirla con quello che vi viene in mente ..pezzetti di cioccolato, mirtilli, pesche…
Vi ho ingolosito abbastanza?

venerdì 30 aprile 2010

Maltagliati al Primitivo, patate salmone e ..ingrediente segreto!

Maltagliati al primitivo, patate salmone e ..ingrediente segreto!

Dopo settimane di latitanza on line sono tornata e questa settimana ho dovuto incastrare praticamente tutte le scadenze di contest e raccolte, ma come sempre non mi smentisco mai e arrivo in extremis anche con questo di Sandra in collaborazione con le Fattorie Fiandino.


Per un puro colpo di fortuna (ero on line su Fb mentre Sandra linkava l'iniziativa) mi sono accaparrata l'ingrediente segreto, ovvero i due panetti di burro salato, burro che sempre ho amato ma che difficilmente si trova, soprattutto di buona qualità come questo che oltretutto è italianissimo: piemontese e con sale integrale delle saline Culcasi di Nubia presso Trapani, completamente diverso da quelli francesi, molto più delicato, morbidissimo...si è capito che mi è piaciuto?
La cosa buffa è che, passato l'entusiasmo iniziale, sono andata in crisi sulla ricetta da proporre, il pensiero è subito andato al caramello salato ma ho pensato che l'avrebbero proposto in molti (e così è stato infatti) ma il motivo vero è che ultimamente il burro lo uso poco, praticamente solo per i dolci oppure a crudo e continuo a pensare che la sua morte sia spalmato su una fetta di pane integrale tostato.
Ho preparato qualche esperimento, almeno uno lo posterò prossimamente, con buoni risultati ma non erano giusti per mettere in risalto il sapore di questo burro, quindi oggi dopo averlo pensato a lungo ho messo in pratica la mia idea e questa volta mi ha convinto per fortuna!!

Maltagliati al Primitivo, patate salmone e ..ingrediente segreto

Maltagliati al primitivo, patate salmone e ..ingrediente segreto!

Ingredienti:
per la pasta:
250 gr di farina 0
75 gr di semola rimacinata di grano duro
1 uovo
2 bicchieri di Primitivo di Manduria
acqua qb
sale

Versate il vino in un pentolino, portatelo a ebollizione lasciate sobbollire pianissimo fino a ridurlo della metà. Setacciate le farine con un pizzico di sale, impastate con tutti gli altri ingredienti aggiungendo eventualmente poca acqua, formate una palla e lasciatela riposare coperta a campana per almeno mezzora. Stendete la pasta in una sfoglia non troppo sottile, è questioni di gusti ma io la preferisco un pochino più consistente. Ho usato il mattarello ma nulla vieta di usare la sfogliatrice! Con una rotellina dentata tagliate la pasta prima in strisce larghe un paio di cm (un po' più grandi delle pappardelle) poi tagliatele a strisce in senso diagonale in modo da formare dei rombi allungati.

per il condimento (le dosi sono per metà della pasta):
1 patata media (circa 100 gr)
60 gr di salmone affumicato di buona qualità, dal profumo intenso ma dolce (il mio era norvegese)
olio extravergine ligure

Sbucciate la patata e tagliatela a cubetti piccoli, fatela rosolare dolcemente in padella con un filo d'olio e un pizzico di sale senza farla colorire. Se tende da attaccarsi versate un mestolino di acqua bollente poco alla volta. Quando sono quasi cotte (le patate devono essere cotte ma sode, non devono spappolarsi) tuffate la pasta in acqua bollente salata, scolate appena al dente, ci vorranno circa 2-3 minuti se la sfoglia è fresca. Scolate i maltagliati, versateli nella padella con le patate, mescolate delicatamente a fuoco dolcissimo, unite il salmone affumicato tagliato a striscioline. Spegnete il fuoco, aggiungete abbondante burro salato e amalgamate bene la pasta fino a completo scioglimento del burro. Avevo pensato anche a una punta di scorza di limone ma dopo averlo assaggiato penso che sarebbe buono ma forse sovrasterebbe troppo.

Maltagliati al primitivo, patate salmone e ..ingrediente segreto!

PS. ho appena sfornato una ricettina con l'ingrediente segreto ma questa sarà fuori contest!

mercoledì 28 aprile 2010

Torta Beniamino

Torta Beniamino-Nonna Papera

Confessate: chi di voi non è rimasta affascinata e incuriosita dalle mitiche torte fumanti immortalate sul davanzale di Nonna Papera nei fumetti di Topolino?
ora grazie alla raccolta di Fragole a merenda "Le ricette di Nonna Papera: 40 anni dopo" ho finalmente potuto realizzare una magica torta di Nonna Papera!

Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di possedere il libro in questione, l'ho cercato in qualche negozio e ho chiesto alle amiche ma senza risultato, ma confido che prima o poi lo scoverò in qualche mercatino! per fortuna Sabrine è stata gentilissima e mi ha inviato ben 2 ricette di cui ho scelto questa torta.
Confesso che ho dovuto apportare alcune modifiche, ma non l'ho stravolta affatto...del resto, non so voi, ma io davanti a 4 tuorli per 200 gr di farina qualche perplessità l'ho avuta..e anche il ripieno era poco sostenuto, anzi nonostante la cottura (non prevista nell'originale) è debordata come ben vedete dalla foto (a proposito scusate per la foto, si vede che ero di fretta, ma ho portato la torta in studio senza riuscire a fotografarla prima e non avevo molte possibilità scenografiche...)

Torta Beniamino
"....Fulmini e parafulmini, questa è proprio la torta di Beniamino Franklin!Un dolce che dà la scossa soprattutto a chi s'incaricherò di prepararlo!...." (...e tremila calorie a fetta, aggiungerei io....)

Torta Beniamino-Nonna Papera

Ingredienti (fra parentesi in neretto le dosi originali):
per la pasta:
200 gr di farina 00
100 gr di burro
100 gr di zucchero
2 tuorli grandi (4 tuorli)
un pizzico di sale

per la crema:
3 tuorli
205 gr di zucchero ( 225 gr)
150 gr di mandorle macinate con al buccia (la ricetta non specificava)
75 gr di burro morbido
1 tazzina di caffè ristretto
due cucchiai di rum scuro (kirsch)

Preparate la pasta frolla: disponete a fontana la farina setacciata con il sale, create un incavo al centro in cui versare lo zucchero e il burro a pezzetti. Impastate velocemente burro e zucchero con la punta delle dita, incorporate i tuorli e infine unite la farina poco per volta, lavorando il meno possibile. Formate una palla, avvolgetela in una pellicola e lasciate riposare in frigo per 30 minuti. Stendete la pasta e foderate una tortiera da crostata da circa 24cm di diametro, precedentemente imburrata e infarinata. Foderate con carta forno, versate i legumi o i pesetti e cuocete in bianco a 180° per 10 minuti, rimuovete carta e legumi e cuocete ancora per 5 minuti. Lasciate intiepidire e nel frattempo preparate la crema. In una ciotola montate i tuorli e lo zucchero finchè diventano bianchi e spumosi, unite il burro a pezzetti poco alla volta mescolando sempre con le fruste, aggiungete il caffè e quando è ben assorbito versate le mandorle macinate finissime. Infine profumate con il liquore. Versate la crema nel guscio di pasta frolla, infornate a 150° e lasciate cuocere per circa 20-25 minuti. Appena è fredda trasferitela in frigo per far solidificare la crema ed evitare l'effetto foto. (la ricetta originale prevedeva la cottura in bianco per 45 minuti e l'aggiunta della crema a freddo senza cottura)
veramente molto buona ma un filo troppo carica per me, proverei ad eliminare totalmente il burro, che dite?